Vada a bordo, cazzo!, un ordine perentorio del comandante della Capitaneria di Porto, Gregorio De Falco, al comandante della Concordia, Francesco Schettino, diventa subito simbolo di un’Italia che affonda. La notizia si fa tormentone e poco a poco si sostituisce al dramma come emblema del grottesco. Il file audio è ormai storia di cronaca italiana, slogan per magliette, rimbalza sugli organi di informazione di mezzo mondo. A diffonderlo in anteprima è stato Simone Innocenti, un giornalista toscano del Corriere Fiorentino di turno in redazione nel momento del naufragio.
E quel comando deve essere rimasto impresso sulla pelle del nostro giornalista a tal punto che, cazzo!, lui a bordo ci è salito davvero. Dopo dubbi e timori è salito sulla zattera degli scrittori pronto a salpare (con il varo delle edizioni L’Erudita) e dirigersi a Puntazza, alla ricerca della magia di un luogo un po’ reale e un po’ leggendario. Ma soprattutto seguendone l’odore, quello della disperazione. Perché Puntazza è un luogo scolpito con gli strumenti del giornalista di nera, inciso con la forza, la lucida speranza e pure con la ferocia di un chirurgo. Puntazza è un palcoscenico su cui si muovono (attraverso le otto storie di questa antologia) personaggi duri, spigolosi quanto sgangherati, tutti carichi di quegli aspetti dell’umanità che riescono a renderli malinconici e al tempo stesso insopportabili. E Simone Innocenti li muove con la maestria dell’abile marionettista (che forse lo è pure stato nella realtà vera).
Tutti questi elementi spezzano la logica della raccolta di racconti per trasformare Puntazza in una storia corale, dove i personaggi hanno una loro collocazione coerente e si amalgamano tra loro negli otto affreschi narrativi un po’ tragici, caricaturali, borderline, criminali magari fumettistici. “Non si mettono in bocca a un dottore le parole tre mesi di vita” diventano (più o meno) come il comando ai tempi del naufragio della Concordia, rappresentazione furiosa di una sofferenza che non trova una sua via d’uscita. Senza una guida per chi è nei guai. E nemmeno il Gesù Cristo in Croce è un’ancora di salvezza.
Per questo, a Puntazza, non è sempre facile salire a bordo della vita. Cazzo!
L’antologia raccoglie otto storie la cui lettura lascia spesso senza fiato per il ritmo incalzante ma anche per lo stile graffiante. E l’ironia, proprio come quella formula, quel vada a bordo, cazzo! in modo naturale, istintivo, strappa pure un mezzo sorriso nel pieno di un dramma
Non è semplice cavalcare l’oceano editoriale su una zattera, ma la scrittura di Innocenti trasuda qualità e la buona editoria non potrà fare a meno di confrontarsi con lui. L’autore dovrà fare i conti con marosi e scogli, ma sarà sempre in grado di mantenersi a galla, se non addirittura a veleggiare. Ed è anche giusto augurarlo a un esordiente di qualità.