Esce in ebook, da Algama Editore, Dossier Contreras, secondo volume della collana Kverse. Dopo Malagueña, disponibile da metà aprile in versioni epub e kindle, in cui se ne scoprivano le origini, entra ora in scena la vera protagonista della serie: Mercedes “Mercy” Contreras, nome in codice Nightshade, che vediamo impegnata nelle sue prime due missioni. Nell’estratto che segue la troviamo a Ibiza, affiancata dal suo braccio destro Jorge Romero, da uno stagionato agente della CIA di nome Nick e da un tiratore scelto il cui nome in codice è Angel. Obiettivo: derubare una banda di trafficanti bulgari dei soldi per l’acquisto di un carico d’armi, sequestrato nel frattempo dalla Guardia Civil spagnola. Vi lascio all’azione, in attesa dell’appuntamento settimanale con la mia miniserie Black, in esclusiva qui su Fronte del Blog.
La spiaggia si trovava in fondo al Camì de s’Estanyol e in quella sera d’inverno era un deserto. Dal suo nascondiglio, Nightshade vide uno Scania fermarsi sugli ultimi metri di strada, per evitare di impantanarsi nella sabbia bagnata di pioggia. Il motore era acceso, i tergicristalli continuavano a lottare contro l’acqua scrosciante sul parabrezza, i fari erano puntati verso il mare. Dal camion non scese nessuno: i bulgari aspettavano che arrivassero i loro amici russi dal mare. C’era da supporre che dal Divina le armi dovessero essere sbarcate a bordo di un canotto, operazione che avrebbe richiesto un po’ di tempo.
La squadra della Sezione D era pronta già da qualche ora. Il primo ad arrivare, Angel, si era appostato in alto sulle rocce. Nightshade non lo aveva visto nemmeno stavolta, quell’uomo era una specie di fantasma. Gli altri – lei, Nick e Jorge Romero – erano arrivati dopo, lasciando l’auto più indietro, ben mimetizzata in mezzo agli alberi. Avevano percorso l’ultimo tratto a piedi, attenti a non lasciare tracce visibili. I due uomini si erano nascosti tra i cespugli all’imboccatura della spiaggia, mentre Nightshade era a un passo dall’acqua, dietro una roccia, in piedi su un cumulo di alghe lasciato da una mareggiata.
Dall’auricolare arrivò la voce di Nick. «Sms dal mio contatto spagnolo. Li hanno presi.»
«Okay. Tutti pronti?» fece lei.
«Qui Angel. Pronto.»
«Qui Nick. Pronto.»
«Uh, anch’io», disse Jorge.
Nightshade sbucò dal suo nascondiglio, avviluppata nella cerata nera con il cappuccio che nascondeva il viso. Avevano tutti indosso un passamontagna per non essere riconosciuti, ma per il momento lei doveva passare per uno dei russi, appena arrivato via mare: una figura indistinta nella pioggia, illuminata dai fari dello Scania.
Solo quando fu accanto al guidatore estrasse da sotto la cerata la semiautomatica S&W. Jorge fece lo stesso dall’altra parte, dal lato del passeggero.
I due bulgari nella cabina scesero in silenzio, con le mani in alto.
Nightshade requisì le loro pistole. Fu Jorge a parlare, in spagnolo, supponendo che lo capissero. «In ginocchio, mani dietro la testa. In quanti siete sul camion?»
Nessuno rispose.
«Quanti?» insistette Jorge, con la pistola alla cintola, mentre immobilizzava i polsi di uno dei due con diversi giri di nastro adesivo.
Nightshade era davanti a loro, impegnata a tenerli sotto tiro. Finché restava zitta, con indosso la cerata informe nessuno avrebbe capito che era una donna.
Jorge mise un pezzo di nastro adesivo sulla bocca del primo, gli appoggiò uno scarpone sulla schiena e lo costrinse e sdraiarsi a terra a pancia in giù. Poi passò all’altro, sfilò la S&W dalla cintola gliela spinse contro la nuca. «Preferisci il nastro adesivo o un proiettile? Con un colpo faccio prima. Quanti siete?»
«Due», rispose il bulgaro. «Ce ne sono altri due.»
«D’accordo.» Jorge ripeté l’operazione con il secondo bulgaro, poi rimase a sorvegliare i due mentre Nightshade andava verso il retro del camion.
Nick bussò al portello posteriore con la canna della sua pistola, poi gridò. «Slizam!»
Dopo qualche secondo il retro del camion si aprì e comparvero altri due uomini, che osservarono perplessi le figure in nero con il passamontagna e le pistole. Non tardarono a capire che stavano per essere rapinati.
Balzarono a terra. Uno dei due non resistette alla tentazione di mettersi a correre, ma dopo un paio di metri un proiettile di preavviso sparato dall’alto delle rocce sollevò uno sbuffo di sabbia davanti a suoi piedi. L’uomo si immobilizzò.
Mentre Nick conduceva i due davanti al camion, Nightshade saltò a bordo. Il vano di carico era vuoto, eccezion fatta per due coperte, una lampada e una valigia, che lei aprì.
Dollari. Il pagamento per le armi.
Mercy prese la valigia. Jorge tolse le chiavi dal cruscotto del camion e se le mise in tasca, poi il gruppo si diresse verso la strada.
Il rumore del mare. La pioggia che batteva sul metallo dello Scania. Per il resto, silenzio.
Passò qualche minuto, poi quello che aveva tentato la fuga poco prima strisciò sulla sabbia, cercando di raggiungere uno dei suoi compagni.
Un altro colpo di fucile: il proiettile arrivò sulla sabbia, a una decina di centimetri dalla faccia dell’uomo. Anche stavolta, dall’alto delle rocce, l’Heckler & Koch PSG-1 lo aveva convinto a desistere.
Angel sorrise, rialzandosi in piedi per andarsene. Prima o poi ci avrebbero riprovato, avrebbero capito di non essere più sotto tiro e si sarebbero liberati. Ma intanto lui e il resto della squadra avevano tutto il tempo di allontanarsi. Tutto molto semplice, come aveva promesso Nick. Molto meglio che essere in Afghanistan, pensò Angel.
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