Nel maggio 1945 In Europa si festeggiava la fine della guerra, ma i russi continuavano a non fornire notizie sul suicidio di Hitler e che fine avesse fatto il corpo
Poi, il comando sovietico diffuse un filmato dove si vedeva il cadavere di un uomo ripreso in ciò che restava dei giardini della Cancelleria. Si capiva che era stato ucciso a colpi di arma da fuoco. Il viso era tumefatto, ma la somiglianza con Hitler era impressionante. Nel filmato si vedevano i soldati russi che si facevano fotografare accanto alla salma: il loro peggiore nemico era definitivamente morto. L’esultanza del mondo fu però di breve durata, bastò un rapido esame dei medici russi per stabilire che quel disgraziato era solo una brutta copia del dittatore, una controfigura utilizzata da Hitler per ingannare eventuali attentatori. L’uomo era stato ucciso dagli uomini dell’SD (il servizio SS di sicurezza del Reich) poche ore prima dell’ultimo assalto, ma il motivo di una così brutale esecuzione resta tuttora un mistero. Ovviamente il ritrovamento del sosia alimentò i sospetti che Hitler fosse riuscito a fuggire e la sua polizia segreta avesse ucciso l’uomo per depistare le indagini.
Un mese dopo la resa della Germania Zukov, il generale sovietico che aveva conquistato Berlino, fece un annuncio clamoroso. Dichiarò che i suoi uomini non avevano trovato traccia di Hitler, il dittatore tedesco poteva essere fuggito all’ultimo momento. Zukov rivelò anche che il Führer si era sposato prima di scomparire con una certa Eva Braun, i suoi uomini, perquisendo il Bunker, avevano trovato l’atto di matrimonio. Era la prima volta che il mondo apprendeva l’esistenza della compagna del Führer, uno dei segreti più gelosamente custoditi del Terzo Reich. Solo gli intimissimi della coppia conoscevano la loro relazione e soltanto dopo il trasferimento negli angusti spazi del bunker gli altri ospiti si erano resi conto che tra Hitler e la Braun c’era più che un semplice rapporto di lavoro sfociato in amicizia.
Per tutto il periodo della loro lunga relazione un ferreo apparato di sicurezza aveva vigilato che nulla trapelasse fuori dalle quattro mura domestiche. Hitler era lo sposo della Germania, amato e idolatrato da milioni di donne tedesche, non era politicamente opportuno che si sapesse che aveva una compagna. Per questo nelle foto ufficiali Eva Braun non appariva mai o veniva abilmente cancellata. Lo shock di un Hitler sposato andò di pari passo con la certezza che non si prende moglie per poi suicidarsi. L’ipotesi che il Führer fosse fuggito insieme alla sua compagna prese sempre più corpo. I dubbi sulla morte di Hitler cominciarono a farsi certezza anche ai vertici dei governi occidentali. Iniziò così una caccia internazionale all’uomo, prima in tutta la Germania e poi nel mondo intero.
Gli specialisti della FBI realizzarono, come per i grandi criminali, degli identikit che mostravano come Hitler avrebbe potuto camuffarsi per passare inosservato. Nel contempo si moltiplicarono a dismisura le segnalazioni che indicavano Hitler solo o con la sua compagna in ogni parte del globo. A buttare benzina sul fuoco ci pensò Stalin che nell’ottobre del 1945 accusò apertamente gli inglesi di nascondere Hitler. I rapporti tra oriente e occidente si stavano rapidamente deteriorando, gli alleati di un tempo stavano scivolando verso quella che sarà definita “Guerra Fredda”.
In un clima sempre più teso tra occidentali e russi, non c’è da meravigliarsi se questi si rifiutarono di collaborare con inglesi e americani per risolvere l’enigma della scomparsa di Hitler. Gli inglesi chiesero senza successo di potere interrogare gli occupanti catturati nel bunker e trasferiti precipitosamente a Mosca. Si dovettero quindi accontentare delle testimonianze dei capi nazisti caduti nelle loro mani, ma i più importanti, Göring e Speer, avevano lasciato Berlino quando Hitler era ancora vivo e vegeto, non avevano alcuna idea di cosa fosse accaduto dopo la loro partenza.
Poi nel dicembre del 1945 gli inglesi catturarono Artur Axmann, il capo della gioventù hitleriana. Durante l’interrogatorio sostenne che il 30 aprile si trovava nel Führerbunker e aveva visto Adolf Hitler morto. Nel luglio del 1946 i russi concessero finalmente il permesso agli occidentali di visitare ciò che restava del Führerbunker. Ma quando americani e inglesi chiesero di potere effettuare degli scavi nel giardino per cercare gli eventuali resti del dittatore, il comando sovietico oppose un netto rifiuto. Stalin, sino alla morte avvenuta nel 1953, continuò a sostenere che Hitler era fuggito e viveva al sicuro protetto dalle potenze capitaliste occidentali.