E’ quindi finito ufficialmente a Bergamo il grande amore, ammesso sia mai esistito, tra mister Spalletti e il Capitano Totti. Tra i due ci fu grande, appassionata, ricambiata e strepitosa sintonia durante il primo, fortunato ciclo di Spalletti sulla panchina giallorossa verso la metà degli anni Duemila. Ma stavolta, con l’avvento appunto del Luciano Spalletti Bis nell’inverno scorso 2016, ecco il feeling non solo non è mai sbocciato, ma è addirittura scoppiato. E il fragore dello scoppio disturbava prima, disturba oggi e disturberà domani allorquando, probabilmente a giugno, clamorosamente, salvo colpi di coda, Francesco Totti lascerà la sua Magica Roma, club al quale ha dato tutto, sodalizio nel quale ora fatica a trovarsi, in malo modo.
Cosa è successo di epocale nel capoluogo bergamasco? Beh a margine delle consuete interviste post gara, il tecnico romanista di fatto ha scaricato il Pupone, per la cronaca autore del gol del pareggio, equiparandolo a un calciatore normale. Anzi ha fatto persino di peggio raccontando ai quattro venti di una partita a carte tra calciatori,tra i quali Francesco Totti, terminata a notte fonda nella nottata dell’immediata vigilia della sfida con l’Atalanta. Ed è forse questo clima agrodolce, in un certo senso da gita scolastica, con determinate partite prese non al massimo della concentrazione uno dei limiti maggiori degli Spalletti Boys.E … sì se si parla pubblicamente delle dolci, serene notti romane, dopo che con la precedente gestione tecnica Garcia erano uscite voci di allenamenti leggeri, allora significa davvero che un epoca sta finendo. Particolare non indifferente: il mister in questo periodo, per l’Associazione sportiva Roma, italoamericana per presidenza, sta facendo praticamente tutto, forse troppo, dal preparatore atletico all’addetto stampa passando per il team manager all’allenatore di campo. Ergo se agisce in tal senso, il buon Luciano lo fa con l’assenso del presidente.
Stefano Mauri