La clamorosa vittoria nel finale contro la Juve non è l’unica incredibile impresa del Bayern contro un’italiana. Storici i tre gol in sette minuti che buttarono fuori l’Inter dalla Uefa nel 1988. Ma resta pazzesca la Coppa dei Campioni persa in due minuti contro il Manchester
Il Bayern butta fuori la Juve e passa ai quarti con un’impresa che resterà nella storia del calcio: da 0-2 a 4-2 nei supplementari e il 2-2 acciuffato nei tempi di recupero.
LA LEZIONE SUBITA DALL’INTER- Ma non è la prima volta che i tedeschi di Monaco di Baviera fanno scalpore con imprese clamorose ai danni di un’italiana. Il 7 dicembre 1988 a farne le spese fu l’Inter. La stessa Inter dei record che Trapattoni avrebbe portato qualche mese più tardi allo scudetto. Tutti avevano ancora negli occhi la cavalcata infinita di Nicola Berti che aveva gelato i bavaresi in un coast to coast velocissimo: andata 0-2 e qualificazione praticamente già in tasca.
Nessuno avrebbe scomesso una lira sui tedeschi. Invece, a San Siro, andarono in scena sette minuti di follia: Wohlfarth, Augenthaler e Wegmann annichilirono i nerazzurri mettendo in rete il pallone tra il 33’ e il 40’. Finì 3-1 per il Bayern e l’Inter tornò a casa umiliata.
LA CHAMPIONS PERSA ALL’ULTIMO MINUTO- Ma il Bayern è capace di imprese impossibili anche in negativo. Correva l’anno 1999 e, nella finale di Champions, i tedeschi affrontavano il Manchester. Dopo cinque minuti Basler li portò in vantaggio. Giunti al 90’ si preparavano a festeggiare.
Ma nel primo minuto di recupero Sheringam pareggiò. E al ’92 Solskjaer ribaltò il risultato, regalando la coppa agli inglesi.
ITALIA- GERMANIA 4-3 – D’altra parte che i tedeschi non si arrendano mai a noi italiani dovrebbe essere noto fin dal 1970, semifinale di Mexico 70. Partita brutta, l’Italia vinceva 1-0 e i tifosi stavano per spegnere la tv, già pronti a gustarsi la prossima finale di Coppa del Mondo. Due minuti e mezzo oltre il ’90, il difensore del Milan Schnellinger, terzino tedesco, stava per incamminarsi verso gli spogliatoi. Fu allora che gli arrivò il pallone che avrebbe cambiato la storia del calcio. Segnò il rocambolesco pareggio, unica sua rete in 47 presenze in nazionale.
Iniziò allora la più epica sfida di ogni tempo, i supplementari di Italia-Germania. E allora la rimonta tedesca non bastò.
Finì 4-3 per noi, grazie al tocco magico di Gianni Rivera: portiere da una parte, palla dall’altra.
Si sa poi, purtroppo, come finì.
Valcareggi interruppe la staffetta con Mazzola, il golden boy giocò solo gli ultimi sei minuti e il Brasile ci strapazzò 4-1.
Ma questa è un’altra storia.
Manuel Montero