Subentrato al sergente Garcia, ahimè per lui il trainer francese si è smarrito suonando il violino (durante Juventus Roma allo Stadium, ndr) nell’autunno 2014, mister Luciano Spalletti, calcisticamente parlando, alla guida della Magica Roma, sin qui, sta facendo assai bene. Parlano quindi i risultati positivi per l’allenatore toscano giallorosso;per questo tra lui è l’Immenso, sublime, intramontabile (ma non è così e … sentirsi tale, è il grande limite del Pupone, ndr) Capitano (senza fascia) Francesco Totti beh dalla torre oggi è meglio (forse) gettare la bandiera giallorossa. O no?
Un grande, o presunto tale, farebbe meglio a non sbagliare certi tempi nello scegliere la sua uscita di scena. Michel Platini, tanto e solo per fare un esempio, appese le scarpe al fatidico chiodo ancora in età relativamente giovane, nel pieno delle forze.
Del Piero, Bergomi, Zanetti e Maldini scelsero invece altre strade e comunque i loro addii ebbero per così dire sviluppi (chi più, chi meno) diversi rispetto a ciò che sta succedendo dalle parti di Trigoria. Ma per dirla (tuttavia) tutta, probabilmente sì, Totti avrebbe fatto bene a lasciare il football giocato, intraprendendo così la carriera dirigenziale, che nella Roma manca una figura forte dietro una scrivania, l’estate scorsa. E Spalletti (sta facendo contemporaneamente l’allenatore, il preparatore atletico, il dottore, il motivatore, il presidente, il general manager e l’addetto stampa) fa bene ad agire di pancia, con gli attributi accesi al posto giusto. Che nella Capitale c’è bisogno di Palle vere, non di balle, pallottolieri, pallonari e pallonate.
Stefano Mauri