Dev’essere davvero estenuante l’esercizio del potere, poiché il potere stesso è un’illusione della mente.
La mente immagina di poter possedere il potere e invece ne è posseduta.
Osserva attentamente amica mia: per avere il potere occorre scendere a compromessi e una volta acquisito occorre continuare a tessere altri compromessi. E’ un giro vizioso. E il potere non è mai abbastanza, proprio perché non è qualcosa di reale.
L’idea del potere sorge nella mente del pavido che teme la morte.
Il potere, in quanto illusione, è sorgente di altre fantasticherie, la più nascosta di queste è il senso di potenza sulla morte, come se la morte risparmiasse gli uomini di potere.
E così colui che brama il potere prima è schiavo di tutti quei meccanismi che portano a conquistarlo, poi una volte ottenuto è soggiogato dalle regole che consentono di mantenerlo.
In questo modo l’individuo che detiene il potere non è diverso dall’individuo che lo subisce.
Ed entrambi si trovano in quella condizione per la semplice paura della morte che però non risparmia né l’uno nell’altro.
Vittima e carnefice in questo caso sono soci nell’impresa fallimentare di sfuggire all’inesorabilità della mortalità della forma.
Vittima e carnefice sono soci in affari e qell’ affare non è affatto un affare, ma un disturbo mentale.
La mente trema e sogna l’immortalità in entrambi i soggetti: uno pensa che nulla lo possa toccare perché comanda, l’altro pensa che nulla lo possa toccare perché è protetto da chi lo comanda.
E questo gioco d’illusioni dura dalla notte dei tempi, una notte tanto lunga che sembra non debba mai finire.
Ma anche questa è un’illusione: non esiste una notte tanto lunga da non dar principio all’alba.
E l’alba di cui parlo per quanto lontana non mancherà di arrivare, pena la catastrofe totale.
Per questo ti dico amica mia che l’unico potere lo detiene l’Esistenza e l’unico vero potere concesso all’uomo consiste nella forza di rinunciare ad esso.
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