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Schembri: “Vi spiego cosa non torna negli ultimi grandi gialli italiani”

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Dal giallo di Brembate Sopra a Garlasco, dalla vicenda Parolisi al delitto di Perugia fino ad Avetrana: tutto ciò che non torna negli ultimi gialli italiani secondo Fabio Schembri, il noto penalista che difende Olindo Romano e Rosa Bazzi

fabio schembri

 

I PARAGONI TRA MASSIMO BOSSETTI E OLINDO ROMANO

massimo bossettiIl caso di Yara Gambirasio sembrava giunto ad una conclusione con l’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, muratore di Mapello. È in prigione dal 16 giugno, com’è noto per via del dna, trovato sul corpo della vittima: sarebbe suo quello di Ignoto1 cercato per mezza Italia, sarebbe lui il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, Ci si aspettava un epilogo, invece no: continua a proclamarsi innocente. Invita a cercare ovunque. Gli hanno analizzato auto e furgone, gli hanno sequestrato tutto il prelevabile a casa: niente. Non si trova altro. Al primo incontro coi suoi genitori, la famiglia l’ha rassicurato: «sappiamo che sei innocente». In Rete comincia ad aprirsi un fronte innocentista. Sulle pagine online del Corriere della Sera c’è chi fa il paragone con la strage di Erba: anche sull’auto di Olindo e Rosa fu trovata una traccia delle vittime. E loro confessarono, prima di ritrattare.

Fabio Schembri, l’avvocato storico della coppia che con Luisa Bordeaux e Nico D’Ascola si batte per la revisione, dice: «In effetti anche a loro fu detto che col dna non c’era scampo. Poi però la traccia va analizzata. Nel caso di Olindo e Rosa nessuno la vide mai: fu mostrata una foto e fu detto che nel cerchietto c’era il dna. Dimostrammo anche che il dna era arrivato per contatto, perché chi perquisì l’auto dei Romano la notte della strage erano gli stessi che erano saliti sul luogo della strage. In aula, purtroppo, i carabinieri sostennero che ad effettuare la perquisizione sull’auto fu l’unico carabiniere che a verbale non c’era e non i cinque che lo firmarono.

Dico questo perché io non so se Bossetti sia colpevole o innocente, ma certamente il dna costituisce solo un indizio. Anzitutto, da ciò che apprendiamo dai media, non è ancora chiaro di che tipo di dna si tratti, se sia sangue o meno, se sia puro o deteriorato, nemmeno è chiaro se sia ripetibile il test. Ma questo è un aspetto fondamentale, perché non si può fare un atto di fede all’indagine delle Procura. E, a dirla tutta, ad oggi, da ciò che sappiamo, mi pare l’unico elemento forte, per il quale tuttavia la difesa potrà dare spiegazioni. Il resto, a partire dalle discussioni sulle celle telefoniche di Mapello, mi pare finora incostistente. D’altra parte Bossetti abitava lì, non si capisce che altre celle dovesse agganciare il suo cellulare. Quanto al resto, dalla sua passione per la discoteca alle lampade, a me pare sinceramente spazzatura mediatica».

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GARLASCO

alberto stasiNel frattempo un altro giallo sta per conoscere invece una soluzione: quello di Garlasco, per la morte di Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007. Il 22 settembre verranno depositate le tre nuove perizie richiesta nel corso dell’appello-bis: una su un capello, una sulla camminata di Alberto Stasi in casa dell’ex fidanzata e una terza sulla bicicletta che gli hanno sequestrato. In proposito la famiglia di Chiara ha presentato una memoria che ipotizza che i pedali delle due biciclette di casa Stasi furono cambiati all’epoca dei fatti.

«Guardi, – spiega Schembri- io non lo so se la sentenza verrà riformata, ma se ciò avverrà non credo proprio che accadrà per quest’elemento in cui non riesco proprio a rilevare un pregio giuridico. Ma se anche così fosse, ed è da verificare, cosa dimostrerebbe? Sul caso di Garlasco vorrei far presente un dettaglio. Contrariamente a quanto pensa la gente, in Italia è difficilissimo essere assolti. Ed è quasi impossibile, se guardiamo le statistiche, in un caso mediatico. Ebbene, Stasi è stato assolto da un gup e da una corte d’assise d’appello, senza contare il gip che non ne convalidò l’arresto per mancanza di gravi indizi. Nel nostro ordinamento è previsto che si sia colpevoli “oltre ogni ragionevole dubbio”. Nel suo caso un ragionevole dubbio c’è già. Per ritenerlo colpevole credo che dovrebbero arrivare elementi nuovi e davvero fortissimi, che allo stato non abbiamo visto. Mi auguro che sia assolto».

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PAROLISI

Salvatore Parolisi a"Quarto Grado"È stata fissata l’udienza in Cassazione per l’ex caporalmaggiore Salvatore Parolisi. Condannato per l’omicidio della moglie Melania Rea avvenuto il 18 aprile 2011, in primo grado prese l’ergastolo, in appello 30 anni. Il 10 febbraio la Suprema Corte potrebbe chiudere il caso. Ma i suoi legali Walter Biscotti e Nicodemo Gentile hanno annunciato una memoria inedita a discolpa, in cui sarebbero presenti importanti novità.

«Se davvero verrà presentata una memoria del genere, sarà certamente utile in fase di un’eventuale richiesta di revisione del processo o se la Cassazione decidesse di annullare la condanna. Ma se si tratta di una memoria con elementi nuovi, alla Cassazione questa non può interessare, perché nel terzo grado di giudizio non si valuta più il merito.

La vicenda Parolisi è una vicenda indiziaria, che manca di una vera e propria prova. All’epoca la difesa ritenne di optare per un giudizio abbreviato, che tuttavia cristallizza la situazione agli atti. Solitamente in casi indiziari si potrebbe arrivare all’assoluzione dell’imputato, perché in “dubio pro reo”. Ma quando il caso è mediatico c’è una forte pressione dell’opinione pubblica e quasi sempre, statisticamente, si arriva alla colpevolezza».

 

Amanda KnoxMEREDITH

Intanto Raffaele Sollecito e Amanda Knox presentano i loro ricorsi in Cassazione per il delitto di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 2 novembre 2007. Anche loro si videro annullare la sentenza di assoluzione in appello per poi trovarsi nuovamente condannati in appello bis.

«Si tratta, ancora una volta, della dimostrazione di quanto sia molto più difficile che la Cassazione annulli una condanna rispetto ad un’assoluzione, specie in un caso mediatico. Tra Perugia e Garlasco sono due sue due.

Certo, il problema è più profondo: quando una sentenza di assoluzione, a parità di elementi, viene riformata in una condanna, come può coniugarsi con l’oltre ogni ragionevole dubbio di colpevolezza? Ma, a dirla tutta, ritengo difficile che giunti a questo punto possano essere accolti entrambi i ricorsi degli imputati».

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AVETRANA

sarah scazziIn attesa del processo d’appello, la Cassazione ha depositato le motivazioni per le quali Sabrina Misseri non può andare ai domiciliari e deve restare in carcere, perché ritiene la sua una “personalità portatrice di accentuata pericolosità e propensione a delitti della specie di quelli per cui si procede”. Una vicenda complessa quella di Avetrana, dove è difficile ormai capire dove stia la verità.

«In realtà, rispetto ad altri, questo si presentava come un caso apparentemente semplice, nel senso che era molto delimitato il perimetro dei possibili colpevoli: dopo la confessione di Misseri che fece anche ritrovare il cadavere,  Sarah poteva essere stata uccisa solo lì, a casa sua, da una o più persone. Il problema è che l’atteggiamento processuale degli indagati ha finito per rendere estremamente più complessa la vicenda, a partire dalle versioni della confessione di Misseri cui gli inquirenti hanno finito per non credere più e che anzi è diventata tra le prove a carico verso la figlia.

Ma quest’assenza di collaborazione ha finito anche per influire sulle pene. Cioè, nel caso Scazzi non ci troviamo di fronte ad un omicidio premeditato, ma alla fine ci troviamo di fronte a pene altissime, dall’ergastolo agli otto anni per occultamento di cadavere dati a Misseri».

Manuel Montero 

 

 

 

 

 

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