«Se uno è innocente, prima o poi la sua innocenza verrà riconosciuta». Marco Pucci, 55 anni, ingegnere, oggi amministratore delegato della Acciai Speciali Terni, è uno dei condannati in primo e secondo grado per i 7 operai morti nel rogo dello stabilimento torinese della ThyssenKrupp del 6 dicembre 2007, e così parla in un’intervista che il settimanale Panorama pubblicherà nel numero in edicola dal 24 aprile: lo stesso giorno in cui inizia il processo di Cassazione.
CONDANNA RIDOTTA IN APPELLO- Condannato a 16 anni e mezzo di reclusione in primo grado, pena poi ridotta a 7 anni in appello (dove il reato è stato derubricato da omicidio volontario a omicidio colposo con colpa cosciente), Pucci insiste a proclamarsi innocente: «Quanto dolore, quanta sofferenza» dice a Panorama.
MAI STATO ALLO STABILIMENTO- «Io non ero mai stato in quello stabilimento: andai a Torino per molti giorni, in ospedale conobbi i familiari delle vittime. C’era un clima di collaborazione e di solidarietà vera». In quel momento Pucci era consigliere della ThyssenKrupp e aveva esclusivamente una delega al marketing e al settore commerciale: «Ricevevo parole di stima da parte dei parenti per l’impegno dell’azienda». Conclude Pucci: «Io intendo aspettare il verdetto a casa, con la mia famiglia. In ogni caso non scapperò: un innocente non fugge».