“Signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui!”, proclamava il barone Ottone degli Ulivi detto Zazà, uno fra i più celebri personaggi interpretati da Totò. Come dire che il lignaggio uno o ce l’ha o non ce l’ha. A smentirlo, nella convinzione che signori si possa anche diventare oltre che nascere, interviene oggi Daniela del Secco d’Aragona, la giornalista marchesa (o marchesa giornalista, è lo stesso!) diventata un’icona glamour dopo aver partecipato al reality di Raidue Pechino Express 2. Il suo manuale di bon ton, da poco in libreria, ha un titolo esaustivo: Come diventare marchesa ed esserlo in tutte le occasioni della vita. Ma che cosa significa esattamente essere nobili oggi? E quali regole vanno osservate per diventare signori anche se, parafrasando ancora una volta il principe della risata, non “lo si è nati”? L’abbiamo chiesto direttamente alla marchesa.
Marchesa, che cos’è oggi il bon ton?
«Oggi il bon ton è l’estremizzazione della classe, dello charme e dell’eleganza. Sicuramente qualcosa che non ha nulla a che fare con Monsignor della Casa e le sue regole. Il mio è un bon ton rielaborato, perché la classe, come la nobiltà, sono concetti che si evolvono nel tempo. Prenda la tavola: oggi, secondo me, la tovaglia va abolita. Il tavolo va coperto solo se è rovinato, altrimenti deve rimanere nudo: sottopiatti d’argento, fine porcellana e cristalli. Stop».
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Ma chi è autorizzato a rinnovare le regole del saper vivere?
«Le regole del saper vivere vanno ridisegnate da chi il bon ton l’ha respirato da sempre. Certo, non ci s’inventa maestri di bon ton dall’oggi al domani, ma la gente è assetata di buone maniere. A me viene naturale perché ci sono cresciuta dentro, ma di sicuro non ostento alcuna saccenteria in materia».
Lei è maestra anche di estetica. Quanto conta, per essere veramente persone di classe, la bellezza esteriore?
«Se è accompagnata da quella interiore, moltissimo. Ma se il corpo è un mero involucro, privo di una solida cultura, che permette di parlare di Sant’Agostino come di Heidegger, allora la bellezza non serve a nulla».
E la sicurezza di sé che ruolo ha nel sentirsi a proprio agio sempre?
«Vede, oggi o sei pecora, o sei leone, o sei gazzella. La vita è una lotta per tutti, indipendentemente dalla propria estrazione sociale. Per sentirsi a proprio agio ci si deve vestire della propria corazza».
Ma anche il titolo di marchesa può risultare faticoso da portare?
«Sì, perché io sono una marchesa sui generis. Le mie amiche passano il tempo giocando a burraco. Io, fra la Tv, le interviste e le mie ricerche in campo dermoestetico, lavoro 18 ore al giorno, e lo faccio con umiltà, sempre pronta ad aiutare chi è più debole».
Nobile di nascita e nobile d’animo, dunque.
«Certamente. Vede, si può nascere aristocratici, ma è attraverso la generosità che si diventa nobili. Io detesto i salotti mondani, le barche e l’ostentazione degli stemmi nobiliari. Io odio gli arrampicatori sociali e le mantenute. Io passo con disinvoltura dal jet privato alla metro. Io ci tengo a essere la Marchesa del popolo. Io volo alto».
Loretta Marsili per Stop