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Ecco chi non potrà più incontrare Berlusconi affidato ai servizi sociali

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Durante i quasi dieci mesi in cui sconterà la pena residua per la condanna Mediaset Silvio Berlusconi non potrà incontrare pregiudicati (cioè chi ha una condanna definitiva) e tossicodipendenti, o scatteranno i tanto temuti arresti domiciliari. Il settimanale OGGI, in edicola da mercoledì 16 aprile, ha cercato di capire come cambierà la vita dell’ex premier alla luce di questa limitazione.

NO A DELL’UTRI- Anche qualora non fosse scappato a Beirut, Berlusconi non avrebbe più potuto incontrare il cofondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, pregiudicato per un vecchio processo su false fatture. Idem per l’ex avvocato Cesare Previti (condannato al processo Imi-Sir e a quello sul Lodo Mondadori); l’amico Giuseppe Ciarrapico (quattro condanne definitive, per vari reati). Tra i colleghi di partito, dovrà evitare Salvatore Sciascia (2 anni e 6 mesi per tangenti alla Guardia di Finanza) e Renato Farina (ha patteggiato 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro dell’ex imam di Milano Abu Omar). E sempre a proposito di politica: il vecchio amico Umberto Bossi,  ha due condanne definitive (corruzione e istigazione a delinquere); il suo ex delfino, attuale presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha una vecchia condanna per resistenza a pubblico ufficiale. Berlusconi, infine, non potrà incontrare neanche il leader del M5S Beppe Grillo (condannato per omicidio colposo). 

NEPPURE SALLUSTI- Non solo. L’ex Cavaliere dovrà evitare anche i direttori di due giornali di famiglia, Panorama e Il Giornale. Giorgio Mulè e Alessandro Sallusti, infatti, sono entrambi stati condannati in via definitiva per diffamazione e omesso controllo. Anche il giro delle ospitate in tv dovrà forse essere rivisto. I conduttori di Servizio Pubblico, Piazzapulita e Ballarò, se vorranno invitare Berlusconi dovranno fare a meno di alcuni degli ospiti più assidui, pregiudicati: Vittorio Sgarbi, per esempio. E, per ora, il direttore di Libero Maurizio Belpietro: condannato per diffamazione, Belpietro ha vinto il ricorso alla Corte europea dei diritti umani, che ha imposto allo Stato italiano di risarcirlo e di riesaminare il processo; finché però il processo non sarà riesaminato, Belpietro è tecnicamente infrequentabile, per Berlusconi.

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