«Sono consapevole che stavolta ho scelto un ruolo “pesante”. E che questo film ha uno scopo preciso: proteggere le persone, informarle su una realtà di cui non si parla mai». Claudio Santamaria racconta a “Io donna”, in edicola sabato 12 aprile, il suo ruolo di “cattivo” in “Il venditore di medicine” di Antonio Morabito (al cinema il 29 aprile), film che parla di corruzione nel mondo della medicina.
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IL MIO SCONTRO CON TRAVAGLIO- «Non voglio negativizzare, né fare di tutta l’erba un fascio. Ma spesso veniamo tutti trattati come pezzi di carne. Per il denaro e il potere. In questo film sono un informatore medico, un rampante con la valigetta pronto a tutto. Scontri compresi, come quello con Marco Travaglio». Il giornalista, in persona? «Sì, il regista non lo avrebbe mai scelto se non fosse stato sicuro di slegarlo da qualsiasi riferimento al Travaglio polemista. Ha incarnato un personaggio molto duro. E complicato».