Oltre 29mila scomparsi, di cui 10mila italiani, 3124 persone in più rispetto a due anni fa. Ventimila casi dal 2012 al 2014, 13286 i minorenni spariti. Sono questi i numeri allarmanti sulle persone svanite nel nulla secondo il commissario straordinario per le persone scomparse, il prefetto Vittorio Piscitelli. Numeri che lasciano davvero sgomenti, anche di fronte ai molti casi che la cronaca di tutti i giorni mette davanti ai nostri occhi, perché è come se una città intera svanisse nel nulla da un giorno all’altro. I motivi delle scomparse sono tanti, anche se poi, al primo posto di questa classifica il prefetto ha detto che ci sono gli allontanamenti volontari, di persone presto ritrovate.
SCOMPARSI E ALLONTANAMENTI VOLONTARI– Per fare chiarezza abbiamo sentito Federica Sciarelli, che dall’osservatorio privilegiato di “Chi l’ha visto?” riesce a muoversi agevolmente su queste cifre: «Guarda, una cosa sono gli allontanamenti volontari e un’altra le persone scomparse. Se uno è maggiorenne e si allontana non è affatto scomparso. Se ne è semplicemente andato. E questo per essere precisi. Perché una persona non scompare mai, o quasi, volontariamente. Da quando sono a Chi l’ha visto? quelli che se n’erano andati volontariamente sono stati 4, forse 5. Tipo un ragazzo, andatosene a Roma a fare il pittore sul Tevere perché gli andava così, senza dare spiegazioni a nessuno. Gli scomparsi sono una cosa diversa. E il vero problema è come li cercano, perché se le procedure per trovarli scattassero subito, molto probabilmente il loro numero diminuirebbe. Elisa Claps, ad esempio, l’hanno data in giro per il mondo per 17 anni, invece era stata uccisa e lasciata nella chiesa, o meglio sul tetto, in cui aveva detto di avere un appuntamento con Danilo Restivo».
Si sottovaluta la questione scomparsa, secondo te?
«Il fatto è che la gente si rivolge a noi perché quando fa denuncia di scomparsa, anche per persone malate o che non avevano alcun motivo di allontanarsi, spesso si sente rispondere di aspettare 48 ore prima di allarmarsi, perché magari si tratta di allontanamenti volontari. Invece quasi mai è così e 48 ore sono decisive per ritrovarle. E poi c’è quanto succede negli ultimi due anni…»
Cioè?
«Molti uomini tra i 30 e i 50 anni, stritolati dalla crisi economica, se ne vanno di casa lasciando spesso anche un biglietto alla famiglia piuttosto inquietante. È gente che purtroppo poi scopriamo che si suicida. Ecco, queste persone le vogliamo considerare persone che si sono allontanate volontariamente? Mi pare improbabile. D’altronde, scomparire “volontariamente” oggi è praticamente quasi impossibile con tutte le tecnologie e le telecamere esistenti in giro per il Paese».
Il prefetto sostiene anche che siano oltre tredicimila i minorenni spariti, tra cui tantissimi stranieri.
«In realtà i minori che spariscono davvero sono pochissimi e sono quelli di cui parliamo nelle nostre trasmissioni. Possono essere molti al limite i minori che vengono sottratti da uno dei genitori all’altro nel corso di una separazione, ma si tratta di situazioni diverse. Sugli stranieri è più difficile fare stime. A volte, quando escono numeri del genere, qualcuno favoleggia di teorie su fantomatici traffici d’organi. Ma, una volta per tutte lo dico: si tratta di fesserie. La verità è che spesso gli stranieri arrivano in Italia, vengono censiti, ma poi finiscono all’estero, perché vanno in cerca di altri posti più ricchi e in cui abbiano la possibilità di sopravvivere. Poi, certo, ci sono ovviamente anche gli appelli per i naufragi dei migranti e i bimbi scomparsi nel nulla. Ma purtroppo va anche presa in considerazione la possibilità che si tratti di dispersi in mare».
Il commissario Piscitelli ha lanciato anche la proposta di un geolocalizzatore per rintracciare i malati di Alzheimer e chi soffre di disturbi mentali.
«È l’idea del braccialetto elettronico di cui si discute da anni. I famigliari dei malati di Alzheimer che sono sempre di più dato che la popolazione anziana è in crescita, sono realmente disperati. Capita spesso che si allontanino e muoiano di fame, freddo o sete ad una manciata di chilometri da casa perché incapaci di ricordare dove abitano. Tuttavia c’è il noto problema inerente la privacy: non è che il malato è un detenuto che tu puoi imporlo, un localizzatore. Perché magari non vuole. Si potrebbe fare in modo che un medico evidenzi loro la possibilità di scegliere, eventualmente e liberamente questa soluzione, che certamente farebbe dormire più sereno chi sta loro intorno. Ma non è detto che sia accettata».
Edoardo Montolli
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