Fausto Coppi è stato un grande campione, uno degli atleti più popolari della storia del ciclismo. Per ricordare la sua figura e le sue gesta, il consorzio turistico Terre di Fausto Coppi ha restaurato e riaperto al pubblico il museo “Casa Coppi” a Castellania, paesino in provincia di Alessandria situato tra i colli del Basso Piemonte e che al campionissimo ha dato i natali. Abbiamo incontrato il presidente del consorzio, Massimo Merlano, grande appassionato di questo straordinario campione delle due ruote.
Massimo, come nasce questa sua passione per Coppi?
«Il mio prozio, Domenico, che aveva una salumeria a Novi Ligure, è stato il primo datore di lavoro di Fausto. Mio padre Marco, invece, che faceva il garzone da un muratore, passava ogni giorno in quel negozio per qualche fetta di salame cotto da mettere nel pane. E lì ha conosciuto Coppi».
Quindi anche lei ha conosciuto di persona il campionissimo?
«Mio padre aveva una venerazione del Fausto campione e un giorno mi portò all’ippodromo di Novi dove lui e altri campioni gareggiavano. Ero un bambinetto e ricordo che il signor Coppi mi mise una mano sulla testa e mi chiese qualcosa del tipo “cosa posso fare per te?”. Io, un po’ imbarazzato, gli risposi se era possibile avere un autografo di Charly Gaul, all’epoca il più famoso “scalatore di ciclismo” dopo Coppi. Si mise a ridere, chiamò il signor Gaul che mi scrisse un biglietto. Lo custodisco gelosamente da anni».
Così è nata l’idea di creare un museo?
«Tornando da uno dei nostri “pellegrinaggi” a Castellania, ci siamo fermati qualche minuto davanti alla sua casa. Era veramente messa male e mio padre mi disse: “Lui sarebbe contento se la si mettesse a posto, in modo che la gente possa visitarla”. L’ho rassicurato, dicendogli che mi sarei preso a cuore la cosa…».
E da allora è diventato un suo grande tifoso…
«Certo! Infatti, ripensandoci nei giorni a venire, mi resi conto che il nostro territorio nulla aveva fatto per questo suo figlio straordinario! Così decisi di mettermi all’opera. Anzitutto con i signori Ilda e Vittorio Coppi, proprietari dell’immobile, che si resero disponibili. Poi con la Regione Piemonte, per capire se c’era la possibilità di reperire qualche risorsa presso di loro. Due persone sono state fondamentali: Enzo Ghigo, allora presidente della Regione così entusiasta del progetto tanto da aiutarci in maniera determinante, e poi Candido Cannavò (storico ex direttore de La Gazzetta dello Sport, ndr), figura fantastica e innamorato di Coppi, che sempre ci è stato vicino. Con La Gazzetta avevamo dato vita alla “Bici d’Oro”, il premio internazionale dedicato a Fausto Coppi che ogni anno premiava un campione del ciclismo».
Quando è stato inaugurato?
«Il 2 gennaio del 2000, come museo degli affetti e dei ricordi sul Campionissimo per dare modo ai tanti appassionati di camminare nelle sue stanze e vedere le sue cose. Proprio Cannavò lo definì “un atto di amore e di cultura dedicato alle generazioni che vogliono ricordare e ai giovani che vogliono sapere”. L’apertura di “Casa Coppi” è stata un evento mondiale. Ne hanno scritto e parlato giornali, riviste, radio e televisioni di ogni dove. Una storia epica e straordinaria che ancora continua».
Quante persone arrivano e sono arrivate finora a visitare “Casa Coppi”?
«Ogni giorno arrivano visitatori da ogni parte d’Italia e del mondo. Come anche tantissimi giornalisti e televisioni. E questo perché quella di Fausto è una straordinaria storia che ha varcato i confini dello sport per diventare leggenda e devozione. Le celebrazioni del 50esimo anniversario hanno confermato questo affetto, portando a Castellania almeno diecimila persone. In quell’occasione venne dedicato il piazzale antistante il mausoleo dei fratelli Coppi a Candido Cannavò, da poco scomparso».
Come viene considerata la città di Castellania dai visitatori?
«Castellania è la “capitale morale del ciclismo mondiale”. E poi c’è Novi Ligure, “l’università del ciclismo”, che ha saputo mantenere il suo ruolo di leader in questo sport con l’apertura del Museo dei Campionissimi, il più grande d’Europa!».
A proposito di grande ciclismo, da pochi giorni si è conclusa la 105esima edizione della Milano-Sanremo. Quale significato ha questa competizione?
«E’ la “classicissima di primavera”, una gara molto importante. Tra tutte le edizioni che ho visto, ricordo in particolare quella del 1946, con il Campionissimo autore di una fuga epica e il radiocronista Nicolò Carosio che annuncia: “Vince Fausto Coppi, in attesa del secondo trasmettiamo musica da ballo”!».
Lei come se la cava in sella a una bicicletta?
«A dire la verità io non sono mai andato in bicicletta. Come presidente dell’Associazione Commercianti di Novi Ligure credo quest’iniziativa abbia dato il giusto valore alla nostra storia, alle tradizioni e alle tipicità locali. Penso inoltre che rappresenti un elemento formidabile di sviluppo per tutto il comparto economico e sociale di un territorio».
Valeria Sorli per Stop