«Entro la metà di aprile porterò in consiglio regionale la proposta di un referendum istituzionale consultivo. Per fare della Lombardia la sesta regione a statuto speciale: qualcosa di non molto diverso dal 29esimo stato d’Europa». Questo annuncia Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, in un’intervista che il settimanale Panorama pubblica sul numero in edicola da giovedì 3 aprile.
COME LA SICILIA- L’obiettivo del referendum, secondo Maroni, sarà arrivare a una serie di regole «identiche a quelle dello statuto siciliano del 1946: le tasse dei lombardi devono restare al 100 per cento nella regione; e le aziende che hanno stabilimenti qui devono pagare le tasse delle loro unità produttive locali non a Roma, ma in Lombardia».
REFERENDUM A MAGGIO?- Sui tempi del referendum, Maroni dice a Panorama: «Dal voto in consiglio devono trascorrere almeno 30 giorni per convocarlo. Poi serve l’approvazione del Viminale. In teoria potremmo votare anche il 25 maggio, insieme con le europee. Oppure, se non ce la si fa, il 9 novembre o il 18 settembre: le due date dei referendum indipendentisti di Catalogna e Scozia».
DUECENTO MILIARDI IN LOMBARDIA- Conclude Maroni: «Vedremo se le opposizioni in consiglio regionale avranno il coraggio d’impedire un referendum previsto dalle nostre stesse regole. E che permetterebbe di lasciare in Lombardia il 100 per cento delle tasse». Oggi, secondo i calcoli del governatore leghista, «fra tasse dirette e indirette la Lombardia paga circa 190-200 miliardi, che oggi vanno a Roma e tornano soltanto al 66 per cento circa».