Andrea De Paoli è un musicista che da diverso tempo trae ispirazione da canzoni “suggerite” dagli alieni…
Con i suoi occhi profondi e il viso contornato da una lunga chioma di capelli neri, il ligure Andrea De Paoli dà quasi l’impressione di essere venuto da un altro pianeta. Lui, in realtà, è un terrestre come tutti quanti noi, anche se è un musicista che da diverso tempo trae ispirazione da canzoni “suggerite” dagli alieni…
Come nasce questa tua passione per la musica?
«Quand’ero molto piccolo, intorno ai quattro o i cinque anni, restavo ore e ore a suonare vecchi organi che trovavo in casa di amici e parenti, rapito dai suoni che con quegli strumenti potevo produrre. Mi sono iscritto a una scuola di musica e dopo dieci anni di studi mi sono ritrovato a suonare sui palchi di tutto il mondo con la mia band principale, i Labyrinth, e a realizzare dischi collaborando con moltissimi artisti internazionali».
La tua vita, però, è cambiata per un altro evento…
«Sì, nell’estate del 1999. Una sera di fine agosto mi trovavo sulle alture di Torre del Mare, in provincia di Savona, quando all’improvviso ho avvertito un’intensissima luce blu dietro alle mie spalle. Girandomi verso il mare ho visto un’immensa luce blu cobalto uscire dal mare e salire appena più in alto della collina».
E poi cosa è successo?
«Il fenomeno, durato una decina di secondi, si è estinto spegnendosi improvvisamente. Nello stesso istante, però, è comparso un oggetto che si muoveva con velocità ed evoluzioni impossibili per la fisica. Era quello che gli americani classificherebbero tranquillamente come un ufo…».
Hai avuto paura?
«No, perché sono una persona con i piedi ben saldi a terra e tendenzialmente razionale, specialmente quando mi rapporto con qualcosa che non comprendo. Per questo successivamente ho cominciato a documentarmi scoprendo che anche altre personalità di livello, come militari di alto grado della Marina e della Guardia Costiera, avevano in passato avvistato fenomeni analoghi nel mare Adriatico, soprattutto alla fine degli anni 70».
Hai poi avuto altri contatti con gli extraterrestri…
«Intorno al 2008-2009, attraverso sogni notturni ricorrenti, la sfera che avevo avvistato nel 1999 si è ripresentata. Inizialmente non riuscivo a capire quale fosse il significato simbolico del sogno stesso ma in seguito ho cominciato a percepire nei sogni una musica e vere e proprie composizioni».
Perché hanno scelto la musica per comunicare con te?
«Forse perché la musica è il canale di comunicazione più immediato e universalmente compreso. Anche la Nasa ha “spedito” nello spazio partiture di musica classica con relativi cd per instaurare un’eventuale comunicazione con esseri intelligenti nello spazio».
Quando hai deciso di suonare quella musica che ti trasmettevano?
«Così, quasi per gioco, nel mio studio di registrazione e insieme al mio amico Christian Casini, profondo conoscitore di questi fenomeni. Con il gruppo dei Chaos Venture ne è venuto fuori un progetto musicale basato su tematiche cosmologiche e spaziali».
Hai mai incontrato gli alieni di persona?
«Fisicamente no, ma sono certo che la loro presenza sia ormai un dato di fatto. Anche nel Cinquecento esistevano quadri rappresentanti gli ufo, uomini con caschi spaziali riprodotti nelle grotte dei primitivi, monumenti e costruzioni assolutamente inspiegabili anche dalla scienza e dall’ingegneria più evoluta. Sumeri, Indiani, popoli del Nord, Maya, Aztechi, indiani Hopi, la Bibbia: tutti raccontano la stessa identica storia, quella di un popolo venuto dalle stelle che ha portato il seme della conoscenza a noi esseri umani».
Hai conosciuto altri musicisti ispirati dagli alieni?
«Molti. Anche grandissimi artisti come Elvis Presley, Robbie Williams o Michael Bublé pare abbiano raccontato di loro avvistamenti o di canzoni ispirate da eventi ufologici».
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
«Il regista Daniele Farina sta realizzando un documentario di oltre quattro ore con interviste a due dei più autorevoli esperti mondiali di queste tematiche: Mauro Biglino, traduttore letterale della Bibbia, e Corrado Malanga, professore di Chimica Organica dell’Università di Pisa ed eminente studioso di Alienologia. Io e l’altro mio gruppo, i Chaos Venture, ci occuperemo della sonorizzazione originale delle interviste del dvd. Stiamo scrivendo anche una canzone per la Nasa, che a suo tempo si era interessata a una nostra composizione dedicata alla missione Apollo 11 del 1969».
Valeria Sorli per Stop