Chi sono i licantropi? Esistono davvero. Ecco alcune documentate storie di lupi mannari…
Di licantropi, mostri e vampiri si parla spesso. Abbiamo già raccontato la vera storia di uomini vampiro.
Mortali come tutti, ma molto più feroci di quelli leggendari. Non a caso, nonostante non si siano mai trasformati in pipistrelli, continuano ad attirare lo studio degli scienziati. Ma non sono gli unici personaggi leggendari a catturare l’attenzione degli esperti.
L’interesse scientifico non è mai scemato nemmeno verso i licantropi, o lupi mannari, con cui i vampiri hanno diversi punti in comune.
LO STUDIO SCIENTIFICO SUI LICANTROPI
Nel 1985, all’incontro annuale di Los Angeles dell’associazione americana per il progresso delle scienze, il professor David Dolphin parlò infatti di alcune sue scoperte fatte in merito ad Harward: «I sintomi fisici del vampirismo e della licantropia derivano dalle forme più gravi di una classe di malattie detta porfiria, che in media colpisce una persona su 200mila.
Tali morbi si trasmettono per via genetica. Sono dovuti alla mancanza o alla scarsità di una sostanza detta eme, che rende rosso il sangue, e aiuta l’emoglobina a trasportare l’ ossigeno».
GLI EFFETTI DELLA PORFIRIA
Spiegò che chi ne soffre può subire effetti devastanti dalla luce del sole e che in certi casi può riempirsi di peli. E ipotizzò che forse per questo, nel Medioevo, un malato di porfiria bevesse sangue, per recuperare eme. Di più.
Annunciò di aver scoperto che l’aglio poteva acuire la gravità della porfiria. «La leggenda dei vampiri – proseguì – è particolarmente forte in certe zone del mondo come la Transilvania in Romania: vi sono molti matrimoni tra parenti, e ciò perpetua nel tempo la presenza di eme malato.
Quando ha saputo delle mie ricerche, una signora arrivata dalla Romania mi ha detto che laggiù tante persone tuttora bevono sangue: non più umano, ma animale». Ecco dunque svelata la leggenda sul terrore del sole e dell’aglio nei vampiri. Ma anche il fitto pelo dei licantropi. Altro cult del cinema a prezzo di leggende che hanno mietuto troppe vittime per mano dell’Inquisizione.
CACCIATORE DI LICANTROPI
L’ultimo che gli diede la caccia fu però un illuminista, anzi, un signor illuminista: nientemeno che Cesare Beccaria, l’autore di Dei delitti e delle pene, impegnato a sventare per il governo austriaco gli attacchi di una strana belva che nel 1792 aveva dilaniato a Milano dieci bambini. Improbabile che Beccaria credesse davvero al mannaro.
Di fatto, tuttavia, venne preso in trappola un lupo, immediatamente impiccato dai contadini. E delitti non ce ne furono più.
VENTIMILA LICANTROPI AL ROGO
Prima di allora, dal 1300 al 1600, almeno ventimila persone furono mandate al rogo con l’accusa di licantropia. Tra sventurati, isterici e persone forse azzannate da un cane e ammalatesi di rabbia. Ma ancora nel 1800, in Spagna, la paura dei lupi mannari impazzava. In particolare per tale Manuel Blanco Romasanta, l’Uomo Lupo di Allariz.
Venditore ambulante e fervente religioso, rimasto vedovo, iniziò a girovagare e ad offrirsi come guida per quelli che volevano andare a vivere in città. Peccato che chi lo seguiva sulle montagne, svanisse nel nulla. Quando i vestiti degli scomparsi furono ritrovati casualmente nei mercati dei paesi vicini e sparì un’altra ragazza, si cominciò a sospettare di lui, specie perché negli ultimi tempi vendeva un grasso particolare come una medicina toccasana.
Il terrore che si trattasse di grasso umano fece scattare le indagini. E Romasanta confessò. Disse di essere un lupo mannaro e di aver ucciso tutti con mani e denti. Riconosciuto psicopatico, la sua sentenza di condanna a morte fu commutata in ergastolo. Non si sa quando esattamente morì – pare nel 1854- , né dove fu sepolto. Ma leggenda vuole che il licantropo si aggiri ancora nei boschi di Allariz. Nel 2004 un film ha raccontato la sua storia: I delitti della luna piena, di Paco Plaza.
Storia Dei Licantropi – GUARDA
LA CINTURA MAGICA
Una storia surreale, certo, ma mai quanto quella di Peter Stubbe, di Bedburg, Germania. Accusato di aver ucciso in venticinque anni due donne incinte e tredici bambini, compresi alcuni dei suoi figli, Stubbe ammise – non si sa bene se sotto tortura- di averlo fatto grazie ad una cintura magica che gli aveva donato il diavolo e che era in grado di trasformarlo in un lupo mannaro.
Fu decapitato e con lui, già che c’erano, ammazzarono moglie e figlia per complicità. La cintura non fu mai ritrovata. Chissà chi ce l’ha ora.
I LICANTROPI OGGI
Forse ha fatto il giro del mondo. Perché nel 2002, diversi secoli più tardi, un bambino lupo fu scoperto a Teremgash un villaggio sulle montagne del Kazakistan. Si chiamava Ablai e aveva una percentuale di peli 100 volte superiori alla norma.
Anni dopo ne avrebbero trovati altri, come Pruthviraj Patil di Mumbai, India, come tutti gli altri ammalati della cosiddetta “sindrome del lupo mannaro”, un fenomeno di ipertricotismo che colpirebbe una cinquantina di persone nel mondo. Per fortuna nessuno di loro ha mai incontrato l’Inquisizione. Anzi, alcuni sono visti come dei.
Al limite il problema di Ablai era Hayaulym, la mamma: sognava un circo che facesse di lui una stella. Come se Barnum facesse ancora ridere.