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Paolo Veronesi: «Guarigioni sul cancro in aumento»

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Paolo_VeronesiUltimi o quasi in tutto. Gli italiani soffrono in qualsiasi classifica il confronto con l’estero, che si tratti di economia, lavoro o anche sport e spettacoli. Eppure a volte le prospettive si capovolgono e i peggiori raggiungono le primissime posizioni, pur giocandosela non proprio ad armi pari con i migliori.

Secondo un recente studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si sopravvive di più al cancro rispetto agli altri Paesi europei. Un bel risultato nonostante le difficoltà alle quali la ricerca scientifica deve far fronte ogni giorno. «In Italia i finanziamenti pubblici sono pari a un terzo di quelli erogati in Francia e Inghilterra», spiega il professor Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Umberto Veronesi, che ogni anno mette a disposizione i premi Grant, borse per giovani ricercatori.

Professor Veronesi, è vero che nel nostro Paese il tasso di sopravvivenza del tumore è superiore rispetto al resto d’Europa?

«In Italia siamo all’eccellenza per quanto riguarda le terapie oncologiche. Sono tanti i pazienti che vengono dall’estero per farsi curare da noi. Abbiamo meno ricercatori che altrove e quelli che ci sono vengono pagati poco. Eppure possono vantare un numero di pubblicazioni scientifiche superiore rispetto a quelle dei loro colleghi stranieri. I risultati più importanti per la ricerca di molti tumori li abbiamo avuti in Italia. Purtroppo c’è una grande disparità tra Nord e Sud per quanto riguarda la prevenzione. Ma credo che sia una questione di tempo e le differenze si appianeranno».

A fine mese si terrà in Campidoglio a Roma la cerimonia dei Grant 2014, giunti all’undicesima edizione. Che bilancio fa di questa iniziativa?

«La nostra fondazione è nata undici anni fa con un duplice scopo: sostenere la ricerca scientifica e promuovere la divulgazione dei risultati della scienza. La ricerca la sosteniamo attraverso l’erogazione ogni anno di un numero sempre crescente di borse di ricerca. Siamo partiti con una sola borsa, quest’anno sono più di 150. Un risultato possibile anche grazie ai finanziamenti che otteniamo attraverso 5 per mille, erogazioni o donazioni. Oltre alle borse di ricerca sosteniamo un certo numero di progetti di ricercatori più affermati che hanno come tema prevalentemente quello della prevenzione in campo oncologico, cardiologico e delle neuroscienze».

Quanto è lontano il giorno in cui il cancro non farà più paura?

«Oggi molte malattie fanno paura solo per il loro nome. Ciò che crea terrore è il termine cancro, ma dovremmo evitare di mitizzarlo. Ormai molti tumori sono perfettamente guaribili in percentuali altissime. Ci sono altri tipi di cancro che invece possono causare la morte del paziente. Ma anche in questi casi i passi avanti ci sono. Alcune tipologie, come quello ai polmoni, possono essere arginate con la prevenzione. Mentre per altri, come il tumore alla mammella, diventa fondamentale la diagnosi precoce. Una donna dovrebbe fare un’ecografia mammaria tutti gli anni a partire dai 35 anni e una mammografia annuale a partire dai quarant’anni. In generale, oggi un malato di tumore vive di più e meglio. E gli interventi sono meno invasivi».

Manfredi Lamartina per Vero

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