«Fare il poliziotto era il mio sogno sin da bambino. Per diventarlo, a 25 anni ho lasciato la mia città, Ancona, e il mio lavoro da guardia giurata. Non mi bastava, io volevo aiutare gli altri». Lorenzo Lucarini, 39 anni, è il poliziotto-eroe che la notte del 24 febbraio a Monza si è gettato tra le fiamme con il suo capo per salvare il proprietario di un bar che si era dato fuoco per disperazione e per protestare contro i lavori in corso davanti al suo locale.
Ora che è fuori pericolo, Lucarini parla per la prima volta a Oggi, in edicola dal 5 marzo (anche su www.oggi.it): «Non mi sento Superman, ho fatto quello che avrebbero fatto altri colleghi al mio posto» spiega. «È successo all’improvviso. Dovevo fermare quell’uomo. Mi sono gettato su di lui per toglierlo dalle fiamme ma mi è arrivata la benzina addosso e ho preso fuoco. Un dolore pazzesco, mi si sono sciolte le maniche della divisa». Lucarini ha ancora la testa fasciata, è stato operato al Niguarda di Milano per le ustioni gravi al polso sinistro.
In ospedale lo assiste la sua Natascia, 40 anni, anche lei poliziotta. Lucarini pensa alla loro bambina: «Noemi ha appena compiuto tre anni» racconta a Oggi. «Al telefono le ho detto che papà si è fatto male, ma i dottori gli danno le medicine e presto guarirà».
L’altro poliziotto coraggioso è il sostituto commissario Gabriele Fersini: anche lui si è lanciato tra le fiamme, senza esitare: «Potevamo morire in tre, ma lo rifarei. Almeno finché il mio angelo custode non finisce i suoi jolly» racconta a Oggi.