Seguire la storia delle date cancellate del tour di Lady Gaga può portare a un vago senso di smarrimento. La notizia principale è ben nota da tempo: lo scorso 13 febbraio, 13 concerti del tour nordamericano di Lady Gaga sono stati annullati per infortunio della superstar. Gaga si è sottoposta a un intervento all’anca, l’operazione è riuscita perfettamente, la convalescenza procede nel migliore dei modi, e tutta la vicenda è stata documentata via web, con tanto di fato della ruota della sedia a rotelle con cui Gaga è stata costretta a spostarsi prima dell’intervento. Per inciso, la sedia è stata vezzosamente soprannominata “Emma”.
Nel frattempo, la rivista Billboard ha stimato in circa 25 milioni di dollari la cifra di rimborso dovrà sborsare per i circa 200.000 biglietti già venduti. Cifra piuttosto imponente, anche considerando gli incassi complessivi di 168,2 milioni di dollari che gli 85 spettacoli del tour di Lady Gaga hanno fatto registrare. Poi, bisogna considerare le complicazioni che derivano dal bloccare una macchina organizzativa che coordina più di 100 persone tra artisti e tecnici. Ma tant’è, di fronte ai problemi di salute c’è poco da fare.
Secondo il sito Examiner però, si tratterebbe di un infortunio molto strategico. Il tour sarebbe stato interrotto principalmente per motivi economici: la vendita dei biglietti non è stata ritenuta sufficiente a giustificare i costi di produzione. Lo stesso sito aveva già fatto notare che i dettagli degli incassi dei concerti sudamericani di Lady Gaga non erano stati resi noti, sostenendo che si trattasse di numeri vistosamente negativi e citando in particolare il concerto di Lima, in Perù, come un mezzo disastro: circa 17.000 spettatori, contro i 50.000 dichiarati dalla cantante in un suo tweet. In breve, Live Nation avrebbe perso parecchi soldi e le successive date nordamericane non avrebbero dato abbastanza garanzie di successo. Quindi, l’infortunio è arrivato come agevole scusa di copertura alla cancellazione dei concerti.
Possibile? In effetti, quando gli U2 furono costretti a fermarsi nel 2010 durante il 360 Tour per un serio problema alla schiena di Bono, i concerti annullati furono rinviati a data successiva e poi regolarmente tenuti, con ottimo successo di incassi. Non si poteva fare lo stesso con Lady Gaga, invece di sborsare 25 milioni di dollari?
D’altra parte, le affermazioni dell’Examiner sono basate su dichiarazioni da parte di fonti anonime, e c’è un altro particolare importante, sottolineato dal sito Rockol.it: uno dei maggiori investitori del Clarity Media Group (che controlla Examiner.com) è Philip Anschutz, proprietario del gruppo AEG, che controlla AEG Live, ovvero il principale competitor di Live Nation nell’organizzazione di spettacoli. Quindi, è più che legittimo il sospetto che gli articoli dedicati dall’Examiner al caso Lady Gaga possano essere fondamentalmente uno sgambetto ai rivali di Live Nation.
Ecco, il senso di smarrimento è dato dalla sovrapposizione di un evento tutto sommato banale (una cantante che sta male e interrompe il tour) con il calcolo delle cifre astronomiche mosse da uno spettacolo di musica pop e le scaramucce fra colossi del mondo dello spettacolo. Che sia arrivato il momento di ridimensionare tutto il meccanismo? O magari di tornare a chiamarle canzonette?
(Foto di di Yne Van De Mergel su Wikipedia)