Padre François Brune è un teologo francese dai molteplici interessi. Si occupa di metafonia, esperienze premorte, paranormale. Cose insolite, insomma. Legato da grande amicizia con Ernetti, nel 2002 pubblicò il libro Il Cronovisore (Edizioni Mediterranee), in cui raccontava la sua personale inchiesta per trovare la misteriosa macchina del tempo del benedettino. Lo incontrai a Milano per Il Riformista, due anni più tardi. «Cerco la prova dell’esistenza di Gesù» fu la prima cosa che mi disse. Già. E cosa meglio del cronovisore per dimostrarlo? Ma dov’è finito? Mentre il nipote di Ernetti ipotizzava fosse stato portato in Svizzera, Brune era convinto di tutt’altro: il cronovisore stava in Vaticano e i progetti erano stati depositati da due notai, uno in Svizzera e uno in Giappone. Il fatto è che nemmeno lui, lo vide mai, ma raccontò che le immagini riprodotte furono filmate. «Madre Esperanza di Colle Valenza, amica di Ernetti, mi parlò dei racconti sulle immagini raccolte dall’inventore. E poi c’era e c’è tuttora comunque, – disse- la ricostruzione della parte mancante del Thyestes, una tragedia di Quinto Ennio, rappresentata a Roma nel 169 avanti Cristo e mai giunta per intero fino a noi: l’avrebbe ricaptata lui attraverso la macchina. E tutti i latinisti ne sono sempre rimasti strabiliati». Sono passati quarant’anni dall’annuncio, e 56 dalla presunta invenzione: ma del cronovisore non c’è traccia. Solo un’enigmatica leggenda.