Prima di quella maledetta domenica 4 gennaio, Pino Daniele era stanco da giorni. Sabato 3 gennaio era andato con la compagna Amanda Bonini alle terme di Saturnia, ma si sentiva fiacco. E la mattina dopo, «accusava già dei malesseri», rivelano i famigliari.
A ricostruire le ultime drammatiche ore drammatiche del cantautore è il settimanale Oggi.
La Procura di Roma ha intanto aperto un’inchiesta contro ignoti per omicidio colposo. Se dalla villa in Maremma, isolatissima, tra Orbetello e Magliano, l’ambulanza è stata chiamata alle 21.12, Pino Daniele si sarebbe sentito molto male già verso le 20.30. Poi la corsa disperata in auto fino alle porte di Roma, in soli 50 minuti secondo gli inquirenti, e poi al Sant’Eugenio.
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SI POTEVA SALVARE?- Ma quando il cantautore è arrivato, il suo cuore aveva già smesso di battere. Pino si sarebbe potuto salvare? Alla domanda risponderanno i magistrati. Intanto lunedì 12 gennaio gli eredi sono stati chiamati all’apertura del testamento. Nella quota in disponibilità dell’artista, il 25% del suo patrimonio, «Pino Daniele avrebbe fatto in modo di privilegiare i figli più piccoli, avuti dalla seconda moglie Fabiola Sciabbarrasi», perché rimasti orfani all’età di 18, 13 e 9 anni, spiegano fonti vicine alla famiglia.