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La dura vita delle donne manager

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donne in carrieraNon ci sono più le donne di  una volta. Quelle pronte a tutto pur di vestire l’abito bianco e metter su  famiglia. Oggi, al centro della    vita delle ragazze c’è il lavoro, la realizzazione di sé. E il quadro  che emerge dal “Rapporto  giovani” dell’Istituto Toniolo di Milano non lascia spazio a dubbi: due giovani donne su tre di età fra i 25 e i 29 anni  non hanno intenzione di fare un figlio nei prossimi tre anni,  né tantomeno di sposarsi.

NUOVA GENERAZIONE- Una  generazione particolare, la  loro, cresciuta a cavallo tra il  secondo e terzo millennio: periodo  di profondi cambiamenti  dovuti all’acquisita consapevolezza  del ruolo e dei diritti  nella società. Ma anche alla  crisi e alla precarietà: fattori  che hanno indotto le donne a  dotarsi delle uniche armi a loro  disposizione per conquistare l’indipendenza: studio e formazione  professionale.  A questo si aggiunge la disponibilità  della maggior parte  di loro a trasferirsi in qualsiasi  posto, lontano da casa, pur di  lavorare: ciò testimonia ulteriormente  la loro ritrosia a  guardare al domani con approccio  pianificatore, convinte  che le numerose incognite con  cui hanno a che fare rendano le  scelte da compiere poco durature.

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MATRIMONIO COME OSTACOLO- «Nel nostro Paese», spiega  la psicoterapeuta Federica  Mormando, «il matrimonio  rappresenta un grande ostacolo  alla carriera di una giovane  donna, soprattutto se ci sono  anche dei figli. Anche perché,  purtroppo, l’essere sposate  non è più una garanzia di sopravvivenza,  come accadeva in  passato, tutt’altro. Gli esempi sempre più numerosi di mogli  abbandonate dai mariti alla soglia  dei 50 anni per inseguire  le sottane della russa di turno  non sono incoraggianti. E iniziare  a far carriera a quell’età  è impensabile».  I modelli di riferimento di  certo non aiutano. Molte delle  trentenni di oggi hanno vissuto  il dolore di veder separare e  divorziare i propri genitori, e  hanno assistito alla difficoltà  delle madri di ottenere la parità  dei sessi nel mondo del lavoro.  Esperienze che inevitabilmente  le spingono a rimandare  l’appuntamento con l’amore  puntando su loro stesse e fuggendo  da relazioni troppo stabili  e impegnative.

VALORI CAPOVOLTI- Un vero e  proprio capovolgimento di valori  rispetto al secolo scorso,  che però non è privo di pericoli.  «Il vero rischio», prosegue  Federica Mormando, «è che  continuare a rinviare di anno in  anno scelte come il matrimonio  o la gravidanza possa portare a  far appassire anche il legame  più solido». Insomma, le donne di oggi  non provano sfiducia verso le  proprie capacità, ma nei confronti  dell’ambiente sociale in  cui sono costrette a vivere di  questi tempi. Stritolate da disoccupazione  e una colpevole  mancanza di sostegno da parte  dello Stato, le trentenni rischiano  di pagare un prezzo troppo  alto in termini di realizzazione  personale, perché il lavoro non  basta a regalare loro serenità  e felicità. «Le difficoltà che le  donne incontrano per trovare  un equilibrio tra vita privata e  lavoro sono reali ed evidenti»,  prosegue la Mormando. «E non  mi riferisco solo alla poca disponibilità  di mariti e padri di prendersi  le proprie responsabilità  in famiglia. Parlo anche delle  consuetudini presenti in molte  aziende che tendono a ignorare  i bisogni delle lavoratrici, che  spesso sono costrette a rincasare  alle otto di sera o a rimandare  all’ultimo minuto le vacanze. A  ciò si aggiunge l’influenza delle  amiche casalinghe che spesso le  colpevolizzano per non dedicare  abbastanza tempo alla propria  vita privata».

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ULTIMI IN EUROPA- Lo studio Censis-  Unipol relega l’Italia agli ultimi  posti in Europa in termini di welfare e flessibilità di orari di  lavoro. Uno smacco per il nostro  Paese proprio nell’anno dedicato  dall’Unione europea al tema  della conciliazione famiglialavoro.  In particolare, solo il 49  per cento delle nostre imprese  adotta forme di orari flessibili  e solo il 15 per cento permette  di utilizzare le ore di straordinario  accumulate per usufruire di  giorni di ferie. Una situazione  che non solo non ci fa onore ma  che, se non sarà risolta in tempi  brevi, rischia di condannare  le giovani di oggi e di domani  al precariato a vita. Non solo a  livello professionale, ma anche  nei rapporti sentimentali.

Luca de Leone per Vero

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