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Il fantasma del Marchesino nelle notti al castello

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Il fantasma del marchesino si aggira ancora indisturbato nel castello di Fumone, borgo medievale nei pressi di Frosinone. La storia di Francesco Longhi è davvero inquietante. Settimo figlio del marchese Longhi e di Emilia Caetani, il maschio tanto desiderato dalla coppia dopo sei femmine, aveva suscitato un odio profondo nelle sue sorelle che vedevano in lui un nemico perché avrebbe ereditato i beni di famiglia, costringendole a matrimoni combinati oppure a prendere i voti.

UN LENTO AVVELENAMENTO- Per ucciderlo misero, giorno dopo giorno, nel cibo del piccolino minuscoli pezzetti di vetro, causandogli sempre più atroci dolori allo stomaco, di fatto accorciandone la vita senza lasciare traccia alcuna della loro malvagità. E ogni giorno era atroce per la madre assistere alle sofferenze del figlio, ai suoi occhi inspiegabili. Finché il piccolo, a soli cinque anni, morì, ridotto pelle e ossa dalla malvagità delle sorelle. Fu allora che la marchesa Emilia, straziata dal dolore, ordinò, disperata e delirante, che il suo adorato figliolo non fosse seppellito ma imbalsamato con la cera in modo da poterlo andare a trovare ogni sera come se fosse ancora vivo.

OGNI NOTTE LA VOCE DI UN BIMBO- Un appuntamento, questo tra madre e figlio, che secondo la leggenda si ripete ogni notte ancora oggi. Lo spettro della marchesa, infatti, si aggirerebbe nel castello all’imbrunire, con passo inquieto verso la teca fino a prendere in braccio il figlio per cullarlo, ancora una volta, tra singhiozzi e tristi nenie. Allo stesso modo si ascolterebbe anche la voce di un bambino accompagnata da strane ombre. A volte i passi sono più rapidi e alcuni oggetti si spostano senza alcuna spiegazione. Forse, chissà, si tratta dello spirito birichino del marchesino che si diverte a giocherellare nelle stanze del castello, anche perché quei misteriosi suoni sono maggiormente udibili nella camera dove il piccolo Francesco trascorreva la maggior parte del suo tempo quando era in vita.

COME FU MUMMIFICATO IL MARCHESINO?- Resta un mistero anche lo stesso metodo di mummificazione utilizzato all’epoca, visto che il dottore morì improvvisamente stello di Fumone, inoltre, fu utilizzato anche come prigione dello Stato della Chiesa ed era tristemente conosciuto per le condizioni disumane dei prigionieri e le torture che venivano praticate su di loro. Tra i reclusi nelle sue mura vi fu anche papa Celestino V, imprigionato da papa Bonifacio VI sino alla sua morte, avvenuta il 19 maggio 1296. E questo è solo un’altra delle tante, macabre storie che hanno caratterizzato questo inquietante maniero, oggi appartenente ai marchesi Longhi-De Paolis. E, naturalmente, al marchesino Francesco Longhi…

Antonio D’Addio per Stop

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