Per qualcuno, il rispetto dei ruoli all’interno di una famiglia è fondamentale per mantenere equilibrio e serenità. C’è, infatti, chi ha storto il naso di fronte alla decisione di Tomaso Trussardi, imprenditore al timone dell’omonima casa di moda italiana nonché compagno di Michelle Hunziker (da cui ha avuto a ottobre la bellissima bimba Sole), di fare il suo ingresso nel mondo della televisione.
Dal 26 febbraio, infatti, vedremo l’imprenditore su FoxLife nei panni di giudice della prima edizione di Project Runway Italia, la versione nostrana del noto talent show sulla moda condotto negli Stati Uniti dalla modella Heidi Klum. Al suo fianco ci saranno altri due nomi noti del fashion: Alberta Ferretti, una delle stiliste italiane più apprezzate a livello internazionale, e la top model Eva Herzigova.
La scelta del giovane manager di “invadere” il campo della compagna (quello della conduzione televisiva) è stata dettata principalmente dalla volontà di portare sul piccolo schermo la sua professionalità, nell’ottica di concedere ai concorrenti del programma una possibilità reale di sfondare nel mondo della moda. Niente paura, dunque: non ci sarà nessuna competizione con la showgirl di origini svizzere che, nonostante sia diventata mamma da quattro mesi, è in splendida forma e pronta a riconquistare il suo spazio in Tv. Come Tomaso stesso ci ha raccontato nel corso della conferenza stampa di lancio del programma a Milano, fra i due l’armonia regna sovrana. Michelle gli ha dato qualche consiglio su come affrontare al meglio il debutto in televisione. Lui, invece, ha promesso che farà disegnare dalla sorella Gaia, direttore creativo dell’azienda di famiglia, l’abito da sposa per il loro prossimo matrimonio. E a chi lo chiama “Mr. Hunziker”, lui risponde: «Io resterò sempre me stesso».
Che cosa spinge un imprenditore di successo come te ad avventurarsi in un’esperienza televisiva?
«Ho deciso di partecipare come giudice a Project Runway Italia unicamente per prestare la mia professionalità a giovani stilisti che sognano di avere successo nel settore della moda. Ho sempre seguito il programma originale americano e quando mi è stata proposta questa opportunità l’ho colta al volo».
Molti temono che questa tua “invasione di campo” possa alterare gli equilibri di coppia che ci sono tra te e Michelle. Non c’è un rischio di sovrapposizione fra voi due?
«Io e Michelle siamo due personalità ben distinte, di conseguenza non ci saranno sovrapposizioni di alcun tipo. Non dimentichiamoci comunque che il mondo della moda e quello dello spettacolo sono collegati l’uno con l’altro».
Quindi, ribaltando il punto di vista, se Michelle decidesse di entrare nel settore del fashion saresti contento?
«Se guadagnasse bene e avesse successo, perché no?».
Che consigli ti ha dato Michelle su come vincere l’ansia del debutto in un programma televisivo?
«Partiamo dal presupposto che non vado a condurre Striscia la notizia ma partecipo a un programma in cui mi si chiede di svolgere il mio lavoro. A casa ovviamente ne abbiamo parlato e lei ha appoggiato la mia decisione, anche se poi ho scelto in totale autonomia. Mi ha dato qualche consiglio su come essere più spigliato davanti alla telecamera e su come gestire i tempi televisivi, ma niente di più».
Che la vostra relazione sia salda lo conferma la decisione di convolare a nozze. Avete già fissato una data?
«Non abbiamo ancora organizzato nulla e anche se così fosse dovrei comunque dire “no comment”. L’unica cosa certa è che l’abito da sposa di Michelle sarà Trussardi! Peraltro mia sorella Gaia, direttore creativo della nostra azienda, ha già disegnato il vestito che Michelle ha indossato per condurre la quarantanovesima edizione dei Die Goldene Kamera, gli Oscar tedeschi».
La tua partecipazione a Project Runway Italia, però, una conseguenza negativa l’ha avuta: ti hanno già etichettato come il cattivo di turno. Sei davvero così ostico come ti dipingono?
«Sono nato a Bergamo e un po’ le mie origini influiscono nel farmi apparire più cattivo di quanto non sia realmente (ride, ndr). Diciamo che sono molto esigente e fortemente impegnato a mettere a disposizione dei concorrenti tutta la mia esperienza professionale. Ma, soprattutto, cerco di essere il più naturale possibile. In ogni caso tutte le mie critiche sono costruttive, perché l’obiettivo mio è quello di offrire ai concorrenti una reale occasione di fare carriera nel mondo della moda».
Su Internet già si sprecano i paragoni con altri imprenditori con la nomea di ossi duri diventati personaggi televisivi, come Flavio Briatore o Joe Bastianich. Ti ci ritrovi in questo confronto?
«Assolutamente no. Briatore ha più del doppio dei miei anni ed è un imprenditore di successo, ha già dimostrato tanto. Io sono ancora giovane e ho tanta strada da fare. Il suo programma The Apprentice, poi, è costruito attorno al suo personaggio e senza di lui non potrebbe esistere, mentre Project Runway è un format già affermato che funziona da solo a prescindere dai giudici. Joe Bastianich, invece, fa completamente un altro lavoro quindi il paragone proprio non sussiste».
Un consiglio a un giovane stilista?
«Uno solo: umiltà. Nel nostro settore è un valore fondamentale se si vuole fare carriera. Oggi purtroppo è difficile trovare giovani bravi e umili al tempo stesso, ma è l’unico approccio giusto da seguire».
Luca de Leone per Vero