ANTICIPAZIONI dal numero di Oggi in edicola da mercoledì 15 maggio
«Di Guede c’è l’impronta della mano, c’è l’orma del piede, c’è il suo Dna sul corpo di Meredith. Questo mi fa pensare che abbia agito da solo… Certo che Meredith ha lottato, ma cosa poteva fare contro un uomo armato? Rudy è atletico, non è piccolo. Mez era minuta, avrà pesato 54 chili: a cosa poteva servirle il karate? Persino un uomo, contro uno come Guede armato di coltello, non avrebbe avuto chance».
Lo dice Amanda Knox, che sarà di nuovo processata a Firenze per il delitto di Meredith Kercher, in un’intervista esclusiva al settimanale OGGI.
Aggiunge l’americana: «Gli italiani si aspettano che io sia piena di odio nei loro confronti, ma, se avessero l’opportunità di leggere il mio libro (Waiting to be heard, ndr) , scoprirebbero che non c’è ombra di livore. Mi fa male sapere che molti credono che io sia colpevole, che abbia scritto il libro per arroganza, per soldi. Non è vero», si sfoga la Knox.
Che a OGGI dice: «Rispetto a com’ero prima di arrivare a Perugia, sono ombrosa, perfino timida. La mia famiglia è quasi delusa: l’Amanda solare, allegra, non esiste più».
Infine aggiunge: «Il tuo comportamento può essere manipolato per rafforzare il sospetto che sei tu, la colpevole. Mi riferisco alle “famose” immagini girate fuori dalla villetta il giorno in cui venne trovato il cadavere di Meredith. Sono state tagliate e ripetute ossessivamente, in modo da mostrare me e Raffaele che ci baciavamo. Il messaggio era chiaro: “La loro amica è morta e quei due pensano solo a baciarsi”… Raffaele mi baciava per consolarmi: visto che ancora non parlavo l’italiano, tra noi c’era una barriera linguistica che ci impediva di farci forza a parole».