ANTICIPAZIONI da Stop in edicola sabato 13 aprile
«Sono felicissima. Milo è un bambino stupendo». Claudia Cardinale non poteva festeggiare il traguardo dei 75 anni (il 15 aprile) con un regalo più bello: un nuovo nipotino. La sua secondogenita Claudine, infatti, l’8 aprile ha dato alla luce uno splendido bambino che ha dato nuova gioia alla vita già strepitosa della diva. Si tratta del bis per la Cardinale, già nonna di Lucilla, figlia del primogenito Patrick e nata nel 1979.
Raggiungiamo l’attrice nella sua casa di Parigi, un bellissimo appartamento affacciato sulla Senna. Lei è entusiasta: tra poche ore abbraccerà di nuovo il “suo” bebè, al quale insegnerà a non chiamarla “nonna”. Questo termine proprio non le piace, dal momento che lei, in barba all’età, affronta ancora la vita con l’entusiasmo di una ragazzina. O meglio, di una ragazzina single…
Se non ricordo male, lei non ama i compleanni?
«Di solito non li festeggio mai. Non mi interessa farlo».
Questa volta, però, sua figlia le ha fatto un regalo bellissimo…
«Sì, il suo primo figlio. Lo ha chiamato Milo, come la Venere del Botticelli. È bellissimo. Festeggio il compleanno a casa con loro».
È vero che non le piace essere chiamata nonna?
«Vero! Preferisco essere chiamata per nome. Ho abituato così anche la mia prima nipotina, Lucilla».
Lei che rapporto ha con il tempo che passa?
«Non ho mai fatto il lifting, sono contraria. Mia mamma mi diceva sempre “non invecchi mai perché ridi sempre”. Forse è per questo che, stando a quanto mi dice la gente, non dimostro l’età che ho. O forse è perché sono sempre molto attiva. Di solito le mie coetanee non lavorano, io invece continuo a farlo: giro tre film al mese e quasi esclusivamente con registi alla loro opera prima, perché in questo momento di crisi sono quelli che hanno più bisogno di aiuto».
È un po’ come rendere un favore, visto che i registi l’hanno aiutata a diventare la diva che è adesso…
«Ho lavorato con i più grandi del cinema italiano e non solo: Luchino Visconti, Federico Fellini, Pietro Germi, Sergio Leone, Mauro Bolognini, Pasquale Squitieri. Tutti mi hanno insegnato moltissimo»
(l’articolo integrale di Alessandro Banchero su Stop in edicola da sabato 13 aprile)